
Le continue oscillazioni delle tariffe doganali imposte dall’amministrazione Trump stanno generando grande incertezza nei porti statunitensi, con ripercussioni significative sul commercio e sulle operazioni logistiche.
La notizia che le tariffe introdotte dal presidente Trump fossero prima annullate e poi nuovamente attivate ha avuto un impatto immediato giovedì su due dei porti più trafficati degli Stati Uniti: Los Angeles e Long Beach, in California. In questi scali, decine di migliaia di lavoratori – tra scaricatori di porto, camionisti e operatori – erano impegnati nello smistamento di container pieni di ricambi per auto, abbigliamento e componenti elettronici destinati a tutto il territorio americano.
A bordo di una barca nel porto di Los Angeles, il direttore generale Gene Seroka ha dichiarato che le ultime decisioni dei tribunali evidenziano il clima di instabilità con cui importatori e operatori portuali devono fare i conti. Quest’anno, le tariffe imposte a diversi paesi sono salite bruscamente per poi essere ridotte, creando un continuo stato di incertezza.
Mercoledì sera, un tribunale federale aveva stabilito che molte delle tariffe imposte dal presidente erano illegittime, concedendogli dieci giorni per revocarle. Tuttavia, giovedì, una corte d’appello ha sospeso temporaneamente quella decisione, accogliendo la richiesta dell’amministrazione Trump. Gli avvocati coinvolti nel caso dovranno presentare le loro argomentazioni scritte entro l’inizio del prossimo mese.
“Fino a quando non avremo una direzione chiara e stabile sulla politica commerciale e sulle tariffe, continuerà a regnare la confusione,” ha spiegato Seroka, mentre la sua imbarcazione si muoveva tra le enormi navi container in fase di carico e scarico. Ha inoltre sottolineato che le sentenze legali rappresentano solo “un tassello in un quadro molto complesso” che le imprese devono affrontare.
I porti di Los Angeles e Long Beach, insieme, gestiscono circa un terzo di tutti i container in entrata negli Stati Uniti e hanno risentito direttamente delle oscillazioni tariffarie volute da Trump. Seroka ha precisato che, a maggio, il volume di traffico del porto di Los Angeles è diminuito di circa un terzo rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Anche Mario Cordero, amministratore delegato del vicino porto di Long Beach, ha commentato la situazione: “La sentenza di mercoledì e la sua sospensione di giovedì dimostrano quanto rapidamente possano cambiare le cose da un giorno all’altro.”
Come esempio, Cordero ha ricordato che fino alla scorsa settimana sembrava imminente un’imposizione di tariffe al 50% sui prodotti europei, ma ora tale misura è stata sospesa. Solo il mese scorso, il presidente aveva elevato le tariffe sui beni cinesi fino ad almeno il 145%, salvo poi ridurle al 30% o più nel corso di questo mese.
Questa continua instabilità sta mettendo a dura prova la pianificazione delle aziende, costrette ad adattarsi rapidamente a un contesto normativo e commerciale che cambia in continuazione.